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qualunque protesta. Il servo gli additò l’uscita, ed egli senza fare altro motto, partì.

Quel servo era stato ad origliare all’uscio del suo padrone: aveva egli fatto bene? E fra Cristoforo faceva bene a lodarnelo? Secondo le regole più comuni e più acconsentite, la è cosa molto disonesta; ma quel caso non poteva riguardarsi come una eccezione? E v’ha egli delle eccezioni alle regole più acconsentite?

Sono quistioni che il lettore risolverà da sè, se ne ha voglia. Noi non intendiamo di dar giudizii: ci basta di aver dei fatti da raccontare.

Uscito nella via, e volte le spalle a quella caverna, fra Cristoforo respirò più liberamente, e si affrettò giù per la discesa tutto infocato in volto, commosso e rimescolato, come ognuno può immaginarsi, per quel che aveva inteso, e per quel che aveva detto. Ma quella proferta così inaspettata del servo era stata un gran cordiale per lui: gli pareva che il cielo gli avesse dato un segno visibile della sua protezione. — Ecco un filo, pensava egli, un filo che la provvidenza mi mette nelle mani. E in quella casa medesima! E senza che io sognassi pure di cercarlo! — Così ruminando, levò gli occhi verso l’occidente, vide il sole inclinato che già già toccava la cima del