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interamente dal suo, ricomperava però questo difetto con due qualità: un alto concetto della dignità della casa, e una grande pratica del cerimoniale, di cui conosceva meglio di ogni altro le più antiche tradizioni e i più minuti particolari. In faccia al signore, il povero vecchio non si sarebbe mai arrischiato di accennare non che di esprimere la sua disapprovazione di ciò che vedeva tutto il giorno: appena ne faceva qualche esclamazione, qualche rimprovero fra i denti ai suoi colleghi di servizio; i quali se ne divertivano, e lo mettevano anzi talvolta sul discorso, provocandolo a fare una predica e a ricantare le lodi dell’antico modo di vivere in quella casa. Le sue censure non venivano agli orecchi del padrone che accompagnate dal racconto delle baie che se n’erano fatte; dimodochè riuscivano anche per lui un soggetto di scherno senza risentimento. Nei giorni poi d’invito e di ricevimento, il vecchio diventava un personaggio serio e d’importanza.
Il padre Cristoforo lo guardò passando, lo salutò, e seguitava la sua strada; ma il vecchio se gli fece accosto misteriosamente, si pose l’indice sulla bocca, e poi coll’indice stesso gli fece un cenno d’invito ad entrare seco lui in un andito oscuro. Trattolo quivi,