Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/160

154

un’antica pianta ricompone naturalmente i suoi rami, e riceve la gragnuola come la manda il cielo.

“Villan rifatto!” proseguì don Rodrigo: “tu tratti da par tuo. Ma ringrazia il saio che ti copre codeste spalle di paltoniere, e ti salva dalle carezze che si fanno ai pari tuoi, per insegnar loro a parlare. Esci colle tue gambe, per questa volta: e la vedremo.”

Così dicendo, additò con impero sprezzante una porta opposta a quella per cui erano entrati; il padre Cristoforo chinò il capo, ed uscì, lasciando don Rodrigo a misurare a passi concitati il campo di battaglia.

Quando il frate ebbe serrato l’uscio dietro a sè, vide nell’altra stanza dove entrava, un uomo tirar pian piano lunghesso la parete, come per non esser veduto dalla stanza del colloquio; e riconobbe il vecchio servitore che era venuto a riceverlo alla porta della strada. Stava costui in quella casa da quarant’anni, cioè fin da prima che don Rodrigo nascesse; entratovi ai servigi del padre, il quale era stato un tutt’altr’uomo. Lui morto, il nuovo padrone, dando lo sfratto a tutta la famiglia e facendo nuova brigata, aveva però ritenuto quel servo, e perchè già vecchio, e perchè sebbene d’ingegno e di costume diverso