di Nivers non metta le radici in Mantova, il signor duca di Nivers non ve le metterà; e il signor cardinale di Richiliù farà un buco nell’acqua. Mi fa pur ridere quel caro signor cardinale a voler cozzare con un conte duca, con un Olivares. Dico il vero che vorrei rinascere di qui a dugent’anni, per sentire che cosa diranno i posteri di questa bella pretensione. Ci vuol altro che invidia; testa vuol essere: e teste come la testa d’un conte duca ce n’è una sola al mondo. Il conte duca, signori miei,” proseguiva il podestà, sempre col vento in poppa, e un po’ maravigliato anch’egli di non incontrar mai uno scoglio: “il conte duca è una volpe vecchia, parlando col dovuto rispetto, che farebbe perder la traccia a chi che sia: e quando accenna a destra, si può esser sicuro che batterà a sinistra: ond’è che nessuno può mai vantarsi di conoscere i suoi disegni; e quegli stessi che debbono metterli in esecuzione, quegli stessi che scrivono i dispacci, non ne capiscono niente. Io posso parlare con qualche cognizione di causa; perchè quel brav’uomo del signor castellano si degna di trattenersi meco con qualche confidenza. Il conte duca, viceversa, sa appuntino che cosa bolle in pentola di