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che, mettendo due critiche a’ capelli fra loro, le facevamo battere l’una dall’altra; o, esaminandole ben addentro, riscontrandole attentamente, riuscivamo a scoprire e a mostrare che, così opposte in apparenza, erano però d’uno stesso genere, nascevano entrambe dal non avvertire i fatti e i principii su cui il giudizio doveva esser fondato: e postele, con loro gran sorpresa, insieme, le mandavamo insieme a spasso. Non vi sarebbe mai stato autore che provasse così ad evidenza d’aver fatto bene. Ma che? quando siamo stati a quello di raccapezzare tutte le dette obiezioni e risposte, per disporle con qualche ordine, misericordia! venivano a fare un libro. Il che veduto, ponemmo da canto il pensiero, per due ragioni che il lettore troverà certamente valide: la prima, che un libro impiegato a giustificarne un altro, anzi lo stile d’un altro, potrebbe parere cosa ridicola: la seconda, che di libri basta uno per volta, quando non è d’avanzo.