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non debbe stare in codesta positura.” E presolo per le braccia, lo sollevò. Fra Cristoforo, in piedi ma col capo chino, rispose: “io posso dunque sperare ch’ella mi abbia accordato il suo perdono! E se l’ottengo da lei, da chi non deggio sperarlo? Oh! s’io potessi sentire dalla sua bocca questa parola, perdono!”

“Perdono?” disse il gentiluomo. “Ella non ne ha più bisogno. Ma pure, poichè ella lo desidera, certo, certo, io le perdono di cuore, e tutti....

“Tutti! tutti!” gridarono ad una voce gli astanti. Il volto del frate si aperse ad una gioia riconoscente, sotto alla quale traspariva però ancora una umile e profonda compunzione del male a cui la remissione degli uomini non poteva riparare. Il gentiluomo vinto da quell’aspetto e trasportato dalla commozione generale, gittò le braccia al collo di Cristoforo, e gli diede e ne ricevette il bacio di pace.

Un “bravo! bene!” scoppiò da tutte le parti della sala; tutti si mossero, e si strinsero intorno al frate. Intanto vennero servi con gran copia di rinfreschi. Il gentiluomo si raccostò al nostro Cristoforo, il quale faceva segno di volersi accomiatare, e gli disse: “padre, gradisca qualche cosuccia; mi dia questa