Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/104


99

odio, non potendo frequentarli famigliarmente, e volendo pure aver che fare con loro in qualche modo, si era dato a competere con loro di sfoggio e di magnificenza, comprandosi così a contanti inimicizie, invidie e ridicolo. La sua indole onesta ad un tempo e violenta, l’aveva poi imbarcato per tempo in altre gare più serie. Sentiva egli un orrore spontaneo e sincero per le angherie e pei soprusi: orrore renduto ancor più vivo in lui dalla qualità delle persone che più ne commettevano alla giornata; che erano appunto coloro ch’egli odiava. Per acchetare, o per esercitare tutte queste passioni in un punto, prendeva egli volentieri le parti d’un debole sopraffatto, s’impegnava a fare stare un soverchiatore, s’intrometteva in una briga, se ne recava addosso un’altra; tanto che a poco a poco venne a costituirsi come un protettore degli oppressi e un vendicatore dei torti. L’impiego era gravoso; e non è da domandare se il povero Lodovico avesse nimici, incontri e pensieri. Oltre la guerra esterna, era egli poi tribolato continuamente da contrasti interiori; perchè a spuntare un impegno (senza parlare di quelli in cui restava al di sotto) doveva egli stesso mettere in opera molti mezzi di raggiri e di violenze, che la sua coscienza non poteva poi