anni in angustie continue, temendo sempre d’essere schernito, e non riflettendo mai che il vendere non è cosa più ridicola che il comperare, e che quella professione di cui allora si vergognava, l’aveva pure esercitata per tanti anni, in presenza del pubblico, e senza rimorso. Fece educare il figlio nobilmente, secondo la ragione dei tempi, e per quanto gli era concesso dalle leggi e dalle consuetudini; gli diede maestri di lettere e di esercizii
cavallereschi; e morì lasciandolo ricco e giovanetto. Ludovico aveva contratte abitudini signorili; e gli adulatori, fra i quali era cresciuto, lo avevano avvezzo ad esser trattato con molto rispetto. Ma quando volle mischiarsi coi principali della sua città, trovò un fare ben diverso da quello a cui era accostumato; e vide che per vivere in loro compagnia, come avrebbe desiderato, gli conveniva fare una nuova scuola di pazienza e di sommissione, star sempre al di sotto, e ingozzarne una ad ogni momento. Un tale modo
di vivere non si accordava nè colla educazione, nè colla natura di Ludovico. Si allontanò da essi indispettito. Ma poi ne stava lontano a malincuore; perchè gli pareva che questi veramente avrebbero dovuto essere i suoi compagni; soltanto gli avrebbe voluti più trattabili. Con questo misto d’inclinazione e di