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cause determinanti dei colori 73

luce, e in R risponderà l'intensità luminosa di qualsiasi raggio M (fig. 36).

Polarizzando la luce con una lastra di vetro trasparente tutta la luce del raggio incidente sotto il detto angolo di 35°,25' non viene riflessa; la maggior parte penetra nel vetro e si rifrange secondo le leggi già conosciute, però si trova che questa luce rifratta è solo parzialmente polarizzata. Questa quantità di luce polarizzata di rifrazione si può aumentare riunendo molte lastre di vetro. Allora la luce che tocca la prima lastra si rifrange di nuovo nel passaggio per la seconda lastra e le successive, aumentandosi per ogni rifrazione la luce polarizzata trasmessa. A questa riunione di vetri (fig. 37) si è dato il nome di pila, e tanto il vetro nero che le pile di vetro trasparente prendono il nome di polariscopi, perché servono a produrre la luce polarizzata, quanto ad analizzarla.

Fig. 37.

La doppia rifrazione è pure accompagnata da polarizzazione della luce; e perciò in vari cristalli che presentano la doppia rifrazione si può ad un tempo avere gli istrumenti per produrre luce polarizzata ed analizzarne sui cristalli stessi gli effetti. Questi effetti si traducono in colorazioni analoghe a quelle d'interferenza prodotti nelle lamine sottili, ma così ordinate e varie da costituire, colle più belle fra le esperienze dell’ottica, una delle dimostrazioni più persuadenti, per il pittore, del nesso assoluto che esiste fra il colore dei corpi e la loro disposizione molecolare.

Si è già detto che la rifrazione dipende dal cambiamento di velocità che subisce la luce nel passare da un mezzo