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cause determinanti dei colori 53

corpi si prova facendo cadere un raggio di sole su di uno specchio posto orizzontalmente, o sul suolo, in una stanza buia. Allora l’occhio che riceve il raggio riflesso non vede lo specchio ma soltanto l’immagine abbacinante del sole. Però se si sparge gradatamente sullo specchio uno strato di polvere, la quantità di luce riflessa diminuisce, mentre aumenta quella diffusa in ogni direzione dai granelli di polvere e l’immagine solare man mano s’indebolisce rendendosi sempre più visibile la superficie e la forma dello specchio. Ciò d’altronde è ben noto ai pittori che impiegando colori lucidi ed opachi hanno mille occasioni di misurare gli inconvenienti della riflessione speculare, che sono massimi nella pittura ad olio, mentre i vantaggi della luce diffusa si godono particolarmente nell’affresco, nella tempera e nel pastello sempre visibili quale si sia l’inclinazione della luce che li illumina.

La riflessione non è causa per sé di produzione di colore, e dal punto di veduta dei fisici infatti essa non rappresenta che il rimbalzo del raggio di luce che incontra una superficie di densità differente dal mezzo percorso. Ma, considerata soggettivamente, la riflessione della luce, nella passività assoluta dell’occhio che non ha sensazioni di sorta se dall’esterno non gli vengono comunicate, diventa della massima importanza come fattore indiretto della maggior parte delle impressioni visive e le leggi che la governano sono si può dire la chiave alla intelligenza di tutte le cause generatrici di colore.

RIFRAZIONE DELLA LUCE. — Quando un raggio di luce obbliquo incontra la superficie di separazione di un mezzo, trasparente, di densità diversa da quella percorsa, avviene che secondo il grado di levigatezza o specularità della superficie d’incontro il raggio obbliquo in parte si rifletta, seguendo la legge enunciata della riflessione, ed in parte