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46 gli elementi tecnici della pittura

sentita in alcuni di spiegarsi la frequenza tutt’affatto moderna del violetto nei dipinti che hanno per obbiettivo ricerche luminose, fondate anzitutto nella esclusione dell’abituale armonico nero e nella più ampia adozione di quegli azzurri e violetti che per essere i naturali complementari dei colori indispensabili a destare la sensazione luminosa non possono venire soppressi dall’opera pittorica, e specialmente da quella che ha per scopo la gran luce dell’aperto, senza che l’impressione della luminosità non rimanga distrutta. Così una teoria che dimostrasse attavica la propensione per il nero e perfezionato soltanto chi sa vedere anche il violetto avrebbe forse tagliato corto a tante avversioni per quei colori che più sembrano giustificare la facilità di ammettere anomalie nel senso cromatico, se, per fortuna, escluso il daltonismo, altri difetti di percezione dei colori non implicassero lo sconvolgimento di tutto il meccanismo della visione e la conseguente impossibilità di produrre qualsiasi manifestazione pittorica.

Inoltre l’intervento della forma in ogni applicazione pittorica del colore, se è condizione imprescindibile dell’arte di dipingere, nessun interesse risultando è potendo essere connesso all’accozzamento di soli colori, tuttavia accresce talmente le difficoltà di convergere tutti i colori ad una prescelta armonia da doversi considerare la forma contenente il colore come una delle cause più gravi di perturbamento nell’accordare le varie tinte del dipinto.

Quindi nella ricerca delle cause che possono avere con tribuito a deviare il pittore da una giusta interpretazione di uno o più colori ed anche dalla naturalezza di tutto il quadro sino all’apparenza di un vero difetto visivo nell’autore, l’ostacolo inerente al compenetrare il colore nella forma assurge ad importanza tale che non potrebbe essere trascurata senza che le deduzioni ricavate dal solo esame