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la percezione normale dei colori 45

alcun colore ed abbia acquistato a lenti gradi pel continuato esercizio dell’occhio la visibilità del rosso, poi del giallo e via via del verde, dell’azzurro e del violetto. Evoluzione che potrebbe essere attendibile, anche nel breve tempo di 4000 anni accordatile dal Magnus, purché fosse accertato fra l’uomo antico ed il moderno uno sviluppo proporzionato degli elementi sensibili della retina, mentre è risaputo che queste sono le parti meno conosciute dell’occhio umano.

Ma se l’avversione che il violetto partecipa coll’azzurro ed il verde azzurro, nei gradi medi e chiari, risponde da un lato alla opposizione perfetta nella quale questi colori presi a sé si trovano col giallo, l’aranciato ed il rosso, rappresentanti per eccellenza della luce e del calore e quindi attraenti di quanto lo sono al nostro spirito tutti i richiami alle idee di vita che dalla luce e dal calore trae le energie più potenti, però il verde azzurro, l’azzurro ed il violetto per essere nello stesso tempo appunto complementi del rosso, dell’aranciato e del giallo essi ne formano il contrasto con seguente per una legge fisiologica che vedremo non ammette eccezioni.

Ond'è giuocoforza ritenere che il presunto difetto dei colori più rifratti dello spettro si debba alla difficoltà di metterli in equilibrio, equilibrio si intende secondo la naturale proporzione dei contrasti e non l’abitudine di avere il nero come insuperabile godimento estetico.

Ma la facilità di produrre dei colori neri, il continuo averli sott’occhio nell’uso suntuario, la diffusione della stampa in nero e l’abitudine di disegnare a chiaroscuro, ma più di tutto, nell’arte, il grande servizio che il nero presta a mascherare una apparente forza d’attitudine a dipingere, che più spesso è un’impotenza di raggiungere delle giuste armonie di colore, illustrano abbastanza la necessità