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42 gli elementi tecnici della pittura

piegare verso un colore falso sino dall’applicazione delle prime pennellate sulla tela, alla difficoltà della tinta unendosi sempre la difficoltà della forma che la inchiude, anche questa variabile dalla semplice linea di una pianta o di un sasso alle più complicate e talvolta inafferrabili modellature di un volto umano.

Avanti di un pronunciamento qualsiasi per un difetto dell’occhio, desunto da prove pittoriche, occorre avere esaurito l’esame di tutte le circostanze per le quali si può giungere a comprovare che un colore urtante, eccessivo, ingiustificabile nell’armonia di un dipinto, non sia che la conseguenza più semplice dell’impianto del dipinto su quelle condizioni sfavorevoli di contrasti che certi colori tanto facilmente trascinano per loro propria natura.

Non si saprebbe veramente spiegare l’effetto dispiacevole delle colorazioni inchiuse fra la metà inferiore dello spettro, che tuttavia dominano in natura tanto quando risplende la luce diretta del sole o la stagione od il clima importano la prevalenza delle tinte fredde. Ma riflettendo ai cento modi di mitigare i colori che si nuociono reciprocamente, sia diminuendo lo spazio occupato dall’uno, sia interponendo qualche altro colore molto diverso, sia spingendo la serie delle gradazioni a tale finezza che i passaggi dall’uno all’altro dei colori urtanti sembri l’inesorabile conseguenza del loro avvicendarsi, il concetto che sia piuttosto l’arte che manchi, in dipinti di tal fatta, che una facoltà visiva dovrebbe essere sufficiente a porre in disparte ogni altro fantastico supposto.

Le cose ridicole, assurde, mostruose che si vedono compiere nel disegno, non meno che le fiacche, inespressive ed inutili che spesso usurpano il nome d’arte, mai spingono all’idea di vere perturbazioni della vista e di difetti dimostrabili dell’occhio, riserbandosi, a quanto pare, tale