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visione oculare e visione soggettiva 31

difenderlo dall’attrito delle palpebre, contribuisce pure a queste alterazioni, che prendono il nome di fenomeno dell’irradiazione.

Per tale condizione del sistema lenticolare dell’occhio i raggi luminosi che lo attraversano si estendono oltre i contorni che la regolare riflessione della luce porterebbe sulla retina, determinando in tal modo su questa un’immagine che non ha più esatta corrispondenza coll’oggetto reale.

La rappresentazione del sole in forma raggiante è una delle più antiche testimonianze della sensazione interiore sostituita alla immagine reale della maggiore sorgente luminosa del creato. Anche la caratteristica forma stellata invalsa nell’arte come figurazione grafica degli astri, che la oscura costantemente riproduce con un piccolo camera circolo luminoso, deriva dalla forma raggiata impressa dai segmenti concentrici del cristallino a tutte le forme luminose di grande intensità fissate dal nostro occhio.

Da questo espandersi della luce nelle immagini retiniche consegue ancora quella deformazione ben nota dei margini di qualsiasi linea seguente, opaca, che si interponga fra l’occhio e la sorgente luminosa, senza nasconderla interamente, e deriva pure da questo soverchiare delle forti luci dal loro contorno naturale sulla retina, la maggiore ampiezza apparente di tutte le superficie chiare a spese dei contorni degli oggetti circostanti, come lo dimostra lo scacchiere, nel quale gli scacchi bianchi sembrano più grandi di quelli neri, che pure sappiamo avere le stesse dimensioni.

L’irradiazione è ancora un grande coefficiente di morbidezza nell’aspetto dei corpi, poiché l’espansione che essa produce nelle parti luminose non si può intendere come un aumento reciso di contorno, essendo ogni effetto di luce meno intenso man mano che si allontana dal centro di propagazione.