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262 gli elementi tecnici della pittura

si vide fare tanto larga accoglienza ai processi a tempera ed a pastello, nella illusione che i colori preparati con minore quantità di glutine e quindi assai più chiari di quelli ad olio operassero il miracolo di dare ai dipinti quella luminosità che l’artista può solo ricavare da un'applicazione di principî pei quali il metodo di preparazione dei colori è affatto estraneo.

Vero è che la tempera cd il pastello, finchè il glutine che loro conferisce coesione si mantiene nelle proporzioni d'uso, non potranno mai dare le basse tonalità raggiunte dal solvente oleoso, e ciò potrà far credere pel solo cambiare processo di avere fatto del cammino sulla via della vibrazione luminosa dei dipinti, come per tanti si ritiene soddisfatta l'intelligenza della luminosità collocando i loro dipinti quanto più possono vicino alle finestre, o nelle esposizioni facendosi cornice dei dipinti altrui, più bassi d’intonazione, per rendere più chiari i proprî quadri; ma non è di questi intendimenti egualmente distanti dalla ingenuità che dalla scienza che vale la spesa d’indagare il criterio direttivo.

Qualsiasi dunque il genere dei colori materiali d'impiego, è dimostrato inutile oltre che disdicente al principio d’arte il fare a fidanza sulle qualità dei colori per sè, come lo potrebbe un verniciatore od un imbianchino; non rimane altra via al pittore veracemente compreso dell'effetto che vuole ritrarre se non quella di accettare il sussidio offertogli dai colori complementari e dalle leggi del contrasto.

Questo addentellato dell’arte colla scienza non può meravigliare che gli ignari delle vie percorse dalla pittura nel perfezionamento della rappresentazione oggettiva.

Nessuna esattezza nelle proporzioni reciproche degli oggetti componenti il quadro, che non fosse causale avanti che si determinassero le leggi della prospettiva, nessuna