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256 gli elementi tecnici della pittura


Ed invero teoricamente non vi sarebbe ostacolo veruno perchè il pittore rinunciasse a valersi sullo stesso dipinto di quanti adattamenti materiali riescono più acconci a conquistare quella illusione di verità che è il fine dell'impiego stesso dei colori e della copia del vero, come già in pratica dimostrarono potersi fare col massimo successo gli antichi, adoperando l’impasto e la velatura con tale sapienza che la virtuosità tecnica non trascina spesso minore ammirazione di quella che l’arte insieme congiunta si accaparra.

Anche il raziocinio suggerirebbe che, quando il meccanismo pittorico non pregiudichi la solidità del dipinto e per varietà di metodo non si intenda l’uso di sostanze incompatibili fra di loro per la conservazione e durata del dipinto, nulla dovrebbe ostacolare la condotta ad arbitrio dei colori se il risultato rispondesse all'aspettazione concepita sul vantaggio di accumulare sullo stesso dipinto differenti esecuzioni tecniche.

Per opere da vedersi a grande distanza il quesito si risolve da sè, l'importanza dell'esecuzione tecnica scomparendo colla materiale impossibilità di scorgerla, ma nel dipinto che si dice di cavalletto, soggetto all’investigazione dell'osservatore tanto nell’effetto complessivo che si vuol destare dal suo punto di veduta, quanto per i mezzi di condotta, la promiscuità degli impasti e delle velature con la scomposizione dei colori non si mostra, nell’esperienze sinora tentate, così accettabile e causa di piacevoli impressioni come indubbiamente si accerta per la velatura e l'impasto.

Da una parte l'abitudine ed il perfezionamento pratico che consegue il secolare impiego di un mezzo d’arte mancano al divisionismo per potere 'affermare o meno che i saggi apparsi sin ora rappresentino i limiti assoluti entro i quali il sistema della scomposizione dei colori può essere