Pagina:I principii scientifici del divisionismo.pdf/269


il divisionismo 255

funzione di contrasto di due tinte vicine e diverse l'una dall'altra, visibili alla distanza che si dice il punto di veduta del dipinto, senza la quale condizione l’opera non appartiene per la sua tecnica all'ordine di questo particolare impiego del colore inteso nel suo fine diretto.

D'altronde la tendenza a soverchiare sui mezzi proprî dell’arte del dipingere, i quali escludono ogni altro concorso materiale che non siano i colori, ogni altro effetto che non sia quello proveniente dai rapporti stabiliti dal pittore fra colori e colori, non è caso nuovo, ma verificatosi in tutti i tempi sia per illudere maggiormente col rilievo che in parziali effetti di certi oggetti rappresentati; ed è sempre per sorpassare le difficoltà inerenti al debole potere luminoso delle sostanze coloranti che si ricorse o ad un eccessivo rilievo di alcune parti del dipinto o per accostarsi allo splendore singolare dei metalli che si tentarono le infrazioni più audaci ad una regola che non ebbe mai bisogno di un patto formale per essere osservata, avendosi la miglior guarentigia negli inconvenienti medesimi che i rilievi conducono col tempo sul dipinto e il disgusto che i materiali estranei come l'oro, ad esempio, finiscono per determinare nel riguardante. Difetti dimostrati già incompatibili da Leon Battista Alberti nel suo Libro della pittura, con che si conferma che sono di vecchia data per infirmare i pregi del divisionismo.

*

*  *

Dagli effetti intimamente diversi che discendono dal vario adattamento dei colori sorge naturale l'idea che in uno stesso dipinto si potessero applicare tutti quanti i meccanismi tecnici che aiutando ad imitare meglio la varietà degli oggetti del vero verrebbero anche a rendere più attraente il dipinto per i pregi della varietà della esecuzione.