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il miscuglio dei colori sulla retina 239

delle luci del vero sulla retina, l'impressione partecipa della stessa natura vibrante delle luci reali, solo in ciò difettoso, che per quanto sia studiato il rapporto delle coppie, non giunge alla ricostituzione di luce bianca corrispondente alla luce bianca prodotta dalle luci spettrali in perfetta opposizione.

Questi effetti di esaltamento dei colori complementari e di alterazione reciproca dei colori accoppiati così davvicino, la cui azione può venire menomata dalle incongruenze nelle quali può cadere l’artista, ma che, in ogni modo avvengono, qualunque sia il rapporto esistente fra colori giustapposti in tale modo, non si possono attribuire all'impasto ed alla velatura senza malinteso sicuro delle proprietà intrinseche di questi due mezzi tecnici. Nè consiste in ciò solo la ragione di averli in particolare riguardo, perchè potendo essere guidati, a piacimento dell’artista, per tutte quelle gradazioni di effetti che si possono ricavare dalle infinite combinazioni cui si prestano i numerosi colori della tavolozza, offrono un modo non dubbio di correggere il difetto delle sostanze coloranti da cui nacque l’impiego e l'abuso del nero come artificio per raggiungere nelle pittura quella vibrazione luminosa che, essendo parte integrante delle apparenze del vero e ricerca costante dell’artista, deve logicamente cattivarsene tutto il favore, tanto più quando rinunziando all’interesse delle forme per sè, egli si prefigga di non dissociare l'oggetto del suo quadro dall'effetto luminoso che lo avvolge e preferendo l’ambiente ingommensurabilmente più luminoso dell'aperto a quello dei luoghi racchiusi affronti il problema pittorico della vibrazione luminosa nella sua più esplicita estrinsecazione.