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visione oculare e visione soggettiva 11

percettibili sia dotato il nostro occhio per procedere in un istante solo alla percezione complessiva del rilievo di tutto lo spazio abbracciato dal circolo visuale. Perchè in noi l’atto della visione, e ciò indubbiamente per l’esercizio, diventa istantaneo, come ne abbiamo prova chiudendo gli occhi poi aprendoli improvvisamente per richiuderli subito, che per quanto sia rapido tale movimento delle palpebre noi avremo già scorto la scena esterna ed infinite accidentalità del rilievo e delle forme che vi sono incluse.

Dalla possibilità di tracciare, guardando con un occhio solo, l’esatto contorno dei corpi, discende come è noto la prospettiva, la quale, come la visione per un occhio solo, permette di godere di un certo effetto di rilievo, ma non certamente quale viene dato dalle due immagini retiniche sovrapposte che costituiscono il nostro modo di vedere le cose esterne; e che l’immagine unica non sia così viva come il prodotto della visione bioculare è appunto dimostrato dallo stereoscopio, mezzo di riproduzione che si deve ritenere molto conforme al congegno di percezione che avviene nel nostro cervello se gli effetti si possono dire identici.

Lo stereoscopio è un istrumento tanto semplice che permette una dimostrazione grafica altrettanto semplice. Esso è composto di due mezze lenti biconvesse, che servono per ingrandire e nello stesso tempo spostare le immagini trasmesse sino a sovrapporle, applicate ad una delle pareti di una cassetta rettangolare, divisa in modo che l’occhio destro non invada il campo di visione dell’occhio sinistro. Nella parete dicontro alle due lenti, vi è l’incastro per ricevere le due immagini retiniche condotte secondo sono vedute l’una dall’occhio destro, l’altra dall’occhio sinistro (fig. 7).

Sia ad esempio, l’oggetto da esaminare una piramide ret-