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il miscuglio dei colori sulla retina 235

sione di piccoli tratti alternati dai loro complementari, lasciando su di una superficie condotta in tal modo, delle lacune per riempirle con tinte fatte ad impasto o con velature nel modo che si ritiene migliore perchè alla distanza normale da cui si osserva questa superficie, l'occhio non abbia da scorgere irregolarità di sorta.

Per quanti sforzi. d’abilità imitativa si potessero impiegare, entro l'ordine degli impasti e delle velature, a qualunque colore si ricorra per impedire che si vedano le lacune lasciate, tutte le prove non riesciranno ad altro che a produrvi una macchia oscura, come fa macchia oscura l’appannare qualunque spazio di una superficie lucida. E la maggiore luminosità della tinta condotta coll'artificio dei contrasti, sarà dipendente affatto dalla esattezza dei complementari impiegati bastando modificare questi per vedere immediatamente aumentato o diminuito l’effetto luminoso secondo che i rapporti dei complementari stabiliti nelle tinte, si avvicineranno o si allontaneranno dai rapporti proprî dei colori dello spettro che riuniti a due a due producono la luce bianca.

Ma, come si è già dimostrato, il contrasto non avviene solo con colori complementari. Purchè vi sia differenza fra le due tinte che si avvicinano, differenza di saturazione dello stesso colore o di intensità luminosa, ciascuna di queste circostanze influirà a modificare il loro effetto.

Se le tinte avvicinate sono eguali di colore, ma l’una è più intensa dell’altra, come se all'uno fosse stato mescolato un po’ di bianco, il distacco si aumenterà di più diminuendo la ‘distanza che li divide, e la tinta pallida sembrerà ancora più bianca mentre quella intensa pel confronto sembrerà più satura di colore che essa veramente non sia.

Così la differenza d'intensità luminosa si tradurrà in una oscurità o chiarezza a scapito o a beneficio dell'uno o del-