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del contrasto 219

Con vetri azzurri, verdi, aranciati o violetti su gli stessi rettangoli neri, i complementari appariranno per lo stesso principio.

Il Bellotti1 ripete la stessa esperienza in modo ancora più semplice, adoperando in luogo dell'apparecchio di Ragona Scina, un libro aperto ad angolo retto, tenendo fra le pagine una lastra inclinata a 45 gradi; se la lastra è verde si mostreranno tali le lettere della pagina riflessa, e di un rosso porporino quelle dell'altra, vedute invece per trasparenza.

Tutti gli autori che trattano del contrasto simultaneo riportano il caso accaduto a Chevreul e raccontato dallo stesso nel suo libro De la loi du contraste simultané des couleurs a proposito degli inganni cui può dar luogo un effetto di contrasto. Dei fabbricanti di tessuti di colore avevano dato commissione ad una tintoria di stampare degli ornamenti in nero, sopra stoffe di colore unito rosso azzurro e azzurro violetto. Ricevendo i tessuti così ornati, i committenti reclamarono, perchè, invece dei disegni neri, trovarono che quelli sul fondo rosso erano verdi, quelli sul fondo azzurro colore di cuoio, e quelli sul fondo violaceo di colore giallo verdastro scuro.

Chiamato M. Chevreul a definire la vertenza, egli vide, a colpo d'occhio, di che si trattava. Coprì con fogli bianchi il fondo delle stoffe in modo da non lasciare vedere che il nero dei disegni, che allora si riconobbe per veramente nero, e spiegò come l’effetto diverso su ciaschedun fondo fosse semplicemente dovuto al contrasto, che tanto dai committenti, che dai tintori, non si era calcolato.

  1. G. Bellotti, op. cit., pag. 127.