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del contrasto 217

L'effetto si spiega per l’incrociarsi delle due luci differenti che agiscono sullo spazio attorniante le ombre; la luce gialla della candela influenzando tutto lo spazio che rischiara di un colore giallo, ma non la porzione d'ombra, lascia vedere il bianco dello schermo sotto il colore freddo della luce diurna, e inversamente, la luce del giorno che accerchia l'ombra portata dalla candela, essendo interrotta dove si esercita pienamente l'azione della luce giallastra, ivi l'ombra apparisce gialla.

La stessa esperienza della colorazione gialla ed azzurra delle ombre eseguita in una camera oscura facendo entrare un raggio di luce bianca da una piccola apertura, mentre nell'interno agisce la luce di una candela, rende il contrasto di una intensità meravigliosa, e si possono pure osservare dei curiosissimi effetti di contrasto di luci naturali ed artificiali nelle chiese che hanno vetriate a colori e finestre a vetri bianchi.

Leonardo da Vinci fa un cenno notevole di questo genere di contrasto: « Il lume del foco tinge ogni cosa in giallo; ma questo non apparirà essere vero se non al paragone delle cose illuminate dall'aria, e questo paragone si potrà vedere al fine della giornata, e sicuramente dopo l'aurora, e ancora, dove in una stanza oscura dia sopra l'obbietto uno spiracolo d’aria, e ancora uno spiracolo di lume di candela, e in tal luogo, certamente, saranno vedute chiare e spedite le loro differenze ». Ed ancora più esplicitamente dice Leonardo sul tramonto: « Spesse volte accade l'ombra dei corpi ombrosi non essere compagna del colore dei lumi, e saran verdeggianti l’ombre, e i lumi rosseggianti, ancora che il corpo sia di colore eguale. Questo accade, che il lume verrà d'oriente sopra l’obbietto e illuminerà l’obbietto del colore del suo splendore, e dall’occidente sarà un altro obbietto del medesimo lume allumi-