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del contrasto 215

nell'ombra proiettata da un corpo opaco, messo contro un vetro colorato, come si è già fatto vedere nella figura 67, ma più semplice e persuasivo è l'insistere collo sguardo su di un piccolo quadrato di carta rossa appoggiato su di un fondo grigio e, senza muovere lo sguardo, togliere rapidamente il pezzetto di carta rossa; allora sembrerà di scorgere sullo stesso posto un quadrato, non più rosso, ma verde.

Cambiando i pezzetti di carta colorata, con altri gialli o verdi od azzurri, e ripetendo lo stesso modo di osserva. zione, seguirà sempre nell'immagine successiva apparente il colore complementare di quello fissato, come anche al bianco succederà l’opposto nero.

Helmholtz praticò le stesse osservazioni sui colori prismatici, come già aveva fatto il Venturi, ottenendo sempre gli stessi risultati, ma il contrasto deve la sua intera esplicazione a M. Chevreul, che estese le sue ricerche anche agli effetti dei colori dello stesso genere, ma di grado differente.

I risultati più interessanti dal lato pittorico si hanno, naturalmente, nelle contrapposizioni più decise, rappresentate dai colori che si trovano opposti nel cerchio cromatico di Newton. L'influenza reciproca dei complementari si dimostra in tutta la sua importanza ed evidenza nella semplice esperienza dovuta a Chevreul, che consiste nel disporre due liste di carta, l'una azzurra e l'altra di colore ranciato, alla distanza di un millimetro circa l’una dall’altra (fig. 85), e due altre striscie, egualmente l’una azzurra e l'altra ranciata, ma lateralmente, e distanti dalle due prime, come si vede benissimo dalla stessa figura.

Considerati questi colori in tale posizione rilevasi subito come le due liste di mezzo, in confronto di quelle laterali, offrano un aumento notevole di intensità luminosa ed una modificazione pure notevole di tinta colle striscie più di-