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8 gli elementi tecnici della pittura

bioculare. Però finché dalla spiegazione del Vinci e dagli esempi positivi dello stereoscopio si deduce che l’immagine un occhio solo, simile per ciò a quella che si forma nella camera chiara o in una macchina del vero osservata con fotografica, il principio che questa immagine se abbraccia oggetti entro limitato raggio non corrisponde alla visione bioculare è esatto, ma non altrettanto giusto sarebbe trarne la conseguenza che l’immagine ricavata dal pittore perché unica non può sostituire la risultante dell’incrocio delle due immagini retiniche, giacché il pittore non copia guardando con un occhio solo ma fa ogni sforzo per utilizzare tutti e due i suoi occhi ad un tempo per afferrare appunto questa terza immagine che si forma in noi senza incertezza o duplicità di sorta ed è in sè tanto differente da quella che si scorgerebbe chiudendo l’uno o l’altro occhio.

Il problema del rappresentare il contorno dei corpi secondo l’impressione che ci producono non è certamente risolto neanche dalla prospettiva, come non lo può risolvere nessun metodo che non tenga calcolo delle condizioni fisiologiche che accompagnano la visione. Il cattivo effetto ed anche l’opposto effetto che si otterrebbe tentando di rappresentare certe forme vicine, sebbene comprese nell’angolo visuale, anche considerandole come vedute da un occhio solo, cioè secondo le regole prospettiche, si dimostra facilmente ponendo avanti a sé, ad esempio, un libro chiuso di piccola mole, diritto, e in modo da vederne il dorso.

In tale posizione si vede coll’occhio sinistro lo scorcio del cartone di sinistra e coll’occhio destro lo scorcio del cartone di destra. Volendo disegnare il libro quale si presenta, le linee fuggenti superiori ed inferiori dei due cartoni evidentemente divergerebbero dalla mezzaria del disegno a due punti uno a destra e l’altro a sinistra sull’orizzonte