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202 gli elementi tecnici della pittura

lore mescolato dalla maggior quantità di nero, o nei grigi, dal bianco al nero, per ogni possibile colore è dato stabilire il relativo complemento, che nella sfera cromatica risulta sempre sul raggio opposto e rintracciabile colla massima facilità.

Ma il difetto di questa, come d’altronde di tutte le carte consimili, è quello di dare, come riferimento per luci vere, il risultato di miscugli di sostanze coloranti, ed a queste attribuire un modo di comportarsi analogo alle mescolanze dei raggi luminosi, e ciò che sconcerta di più ogni criterio sulle proprietà intrinseche ed enormemente differenti dei raggi luminosi e dei colori materiali, quella regolare distribuzione che riduce il rapporto fra luci e sostanze coloranti a conversione in peso o volume di cose che non si possono equivalere.

Alla piramide altri sostituì un cono ed altri un cilindro che veniva a risultare come la sovrapposizione di tanti dischi, dal nero assoluto alle tinte più chiare sino al bianco, ciascuno, al solito, diviso nei sette colori spettrali.

Per non tralasciare alcuna delle forme apparse e intese a risolvere l’arduo problema, si vuole accennare ancora alla sfera divisa in fusi di Otto Rungen (1870), risultanti da tanti semicircoli massimi dello stesso diametro.

La grande emisfera cromatica di Chevreul (1842) sta tuttavia, fra il triangolo di Maxwell e di Rood, monumento insuperato della tenace convinzione, fra gli scienziati, del vantaggio pratico di un sistematico ordinamento dei colori.

Ma un tale mezzo non potrebbe essere di guida per il pittore se non quando le cognizioni sui colori e i mezzi d’analizzarli, quanto quelli di riprodurli, come opina il Rood, rispondesse ad un piano di classificazione e di esecuzione veramente scientifico e non sottomesso a idee affatto arbitrarie.