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188 gli elementi tecnici della pittura

voglia spiegare, che tale scuro è indispensabile per produrre il senso di luce che viene dallo spazio chiaro.

Tenuto pure il debito calcolo della scala proporzionale più bassa nella quale opera il pittore per condizione forzata della debole intensità luminosa dei colori della tavolozza in confronto delle luci vere, l'artificio dell’esagerare i toni circondanti il bianco e, in genere, tutti i chiari o, comunque, introdurre tonalità oscure che non figurano in certi aspetti luminosi del vero, non poteva non imprimere all'insieme dell’opera intesa a cogliere la sensazione luminosa un carattere generale diverso dal vero.

Mancando a tale artificio il potere di rendere luminosi i toni per sé stessi, ogni chiaro richiedendo una più vasta ombra per vibrare, anche il sussidio di un'attenzione assidua nel non precipitare a sbalzi di tono in tono, ma economizzare le più delicate gradazioni nel passaggio dal chiaro all'oscuro, doveva venire meno contro la inettitudine delle materie coloranti a rendere un senso quasi sempre incompatibile con la loro materiale struttura. E la caduta in un nero contraddicente all’obbietto propostosi dal pittore era condizione fatale del mezzo stesso finché, per logico coordinamento di criteri e di esperienze, non si giunse a ricavare delle proprietà dei colori complementari e dal fenomeno fisiologico dei contrasti un adattamento meccanico del colore dal quale la sensazione luce viene, soggettivamente, destata.