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186 gli elementi tecnici della pittura

viene da qualunque colore, dai colori stessi della decomposizione della luce solare, nei quali è giuocoforza ammettere che luce bianca non vi può essere contenuta se essi sono semplici e se luce bianca non può essere se non composta.

Dunque, se il pittore determinando un rapporto fra del bianco e del nero, p. es. 50 parti di bianco e 25 di nero in peso 0 volume, stabilisce effettivamente un numero proporzionale al numero rappresentato dal rapporto 100: 50 di una luce con un'ombra, non stabilisce però un equivalente di impressione, come d'altronde è ben noto; e per ottenere questa impressione gli sarà d'uopo compensare il difetto qualitativo colla quantità di uno dei componenti, il nero, accostandone al bianco una quantità tale che per un eccitamento particolare del nostro occhio, eccitamento che si dice contrasto, il bianco verrà assumendo il carattere cercato di luce; non ci importa adesso stabilire la quantità impiegata di nero, ma sicuramente in una proporzione che non sarà più quella che dapprincipio si sarebbe ritenuto sufficente, partendo da quella consuetudine nel linguaggio comune e nell'arte di additare il bianco come rappresentante della luce, ed il nero come rappresentante dell'ombra.

In altri termini si può dire che insistendo il pittore a ricavare la sensazione luminosa dal contrasto del bianco col nero egli riesce non più ad una proporzionalità numerica, ma ad un rapporto puramente oggettivo sul quale deve fatalmente gravare l'eccesso di nero impiegato.

Infatti Heimholtz stesso riconosce come, nel caso più facile di imitazione pittorica, quello dell'ambiente chiuso e di piccola profondità, le risorse delle luminosità proprie delle materie coloranti rende press'a poco il colore degli oggetti copiati in simile oscurità, ma che però nelle parti ombreggiate esse sono ancora più scure del naturale. Ma è appunto