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la luminosità 185

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È in fatto, che a condurre l'occhio nostro e l'intelligenza nostra a idee di somiglianza fra cose prodotte dall'arte con quelle del vero, non sono assolutamente necessarie identiche grandezze, nè identiche intensità di colori, bastando proporzionalità di rapporti per modo, che, se per ipotesi, fra una luce ed un’ombra naturali sarà la proporzione 100 a 50, ogni qualvolta, con della luce ed ombra pure naturali, potremo ricostruire una simile proporzione, ad esempio, quella di 50 a 25, avremo tale analogia di effetto da provare una sensazione analoga tanto contemplando l’uno rapporto che l’altro.

Ma nel dipinto, con quali mezzi si procede alla determinazione delle entità luce ed ombra che devono servire a surrogarle? Che a riprodurre coll’arte della pittura la luce e l'ombra si adoperi il bianco ed il nero è troppo noto perché lo si debba dire, né si saprebbe a quale altro materiale ricorrere, perché nel bianco e nel nero è quell’analogia di senso colla luce e l’oscurità, che nessun'altra materia colorata presenta in modo così evidente, ma non è qui il nerbo della questione, perché non è detto che se il bianco ed il nero si accostano dippiù al senso della luce e dell'oscurità debba discenderne la conclusione che, posto il bianco ed il nero in vicinanza nel rapporto che abbiamo supposto di dieci a cinque, debba pure scaturirne la sensazione che ci produce una luce con un'ombra reale in somigliante proporzione, giacché al bianco, sostanza colorante, manca principalmente il requisito di darci la sensazione di luce che è indipendente da idea di bianchezza, per converso intimamente legata a qualsiasi bianco conveniente per l'arte.

E tanto è vero ciò che la sensazione luminosa ci pro-