Pagina:I principii scientifici del divisionismo.pdf/185


la luminosità 171

noi e la stessa figura, che attenui la crudezza delle ombre e ci lasci scorgere l'azione dei riflessi del suolo e dell'atmosfera attorniante, per i quali la figura anziché staccarsi dall'ambiente irradiato dal sole, vi si compenetri mostrandosi a sua volta atta per trasmettere agli oggetti vicini alcunché della luce che l’avvolge, allora indubbiamente diremo che tale figura ci appare luminosa; nessuna idea di oscurità potendoci essere suggerita da una immagine che in sé non accoglie oscurità di sorta.

In modo ancora più spiccato si scorge l'insieme delle luci quando l'osservazione sul vero è fatta per mezzo di un traguardo che raccolga l'occhio soltanto sullo spazio che interessa di esaminare.

Il vano di una finestra, serve benissimo all'uopo. Tutti gli oggetti che si vedono al di fuori, non si presentano più così distinti per un colore proprio, quali apparirebbero esaminandoli uno per uno stando all'aperto, ma ciascun oggetto perde del proprio colore singolare come se fosse immerso in una leggera nebbia composta della luce che illumina la scena e di un po' del colore di tutti gli oggetti che la riempiono.

Né il rilievo d'ogni oggetto e la distinzione di ogni singolo colore, soffre di tale unità di effetto, che anzi l'occhio se ne compiace e in quella acuisce il suo potere di percezione , così facilmente offeso, dal tritume di colori disparati, Il grado di intensità luminosa, quale rispetto all'oscurità di una stanza, apparisce nel vano di una finestra aperta sulla campagna in una giornata di sole, o in altre circostanze di lumi artificiali e naturali che possono determinare vibrazioni singolarmente intense di luce, non ha niente di comune col grado di luce degli ambienti chiusi normalmente rischiarati: ma l'unità dell'effetto luminoso si mantiene anche senza un'illuminazione intensa, ed è questo