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170 gli elementi tecnici della pittura

onde Teofilo monaco, quanto il Cennini e l’Armenino, mai finiscono dal raccomandare la massima attenzione nel scegliere e preparare i colori, non tanto in vista della durabilità del «dipinto nel lontano avvenire, che per la minore bellezza e splendore che avrebbero procacciato subito alle opere.

Anche nella intelligenza volgare dell’arte di dipingere, l’idea delle difficoltà inerenti alla pittura per causa dei colori è sentita così universalmente, che in tutti la vista dei colori smaglianti dei fiori, e dei più meravigliosi dei tramonti e delle aurore, desta immediato il pensiero della fortuna che sarebbe per il pittore possederne di simili sulla propria tavolozza, rivelandosi anche per tale via il punto più debole della imitazione pittorica, perché l’idea di tale favorevole sussidio non soccorrerebbe così presto allo spirito di tutti, se la pittura non dimostrasse la sua massima deficienza di potere imitativo nella intensità luminosa.

Ma se la luminosità, nei limiti di un colore, implica una intensità cospicua, e sul significato della parola, in questo caso, non vi è dubbio per alcuno, quando si tratta di un complesso di luci può essere ancora quello di indicarne l'intensa vibrazione; ma fra gli artisti, per luminosità generalmente s'intende il rapporto fra le luci di tutta una scena fortemente rischiarata e, parlandosi del dipinto, la illusione o senso di luce così difficile da ottenersi senza cadere nell'eccesso di scuri, c negli stridori dei bianchi.

Così una figura vigorosamente lumeggiata dai raggi meridiani, vista davvicino abbastanza perché i suoi contorni, non ostanti le chiazze lucenti dei maggiori risalti, stacchino in iscuro sul fondo soleggiato, non potrebbe essere detta luminosa che impropriamente, giacché il senso che si sprigiona da simile effetto sia dominato dalla potenza delle ombre; ma se una distanza sufficiente sarà interposta fra