Pagina:I principii scientifici del divisionismo.pdf/181


la luminosità 167

ordine a leggi impreteribili, come quelle della propagazione della luce; perché il mettere luci a caso, ombre non proporzionate ai rilievi, riflessi sconcordanti colla potenza del lume che li cagiona, valga quanto facendo ad arbitrio colle norme prospettiche divergere dove le linee devono concorrere, deformare elissi in circoli e rettangoli in quadrati, o in anatomia disossare articolazioni ed inventare muscoli nuovi.

Per conseguenza anche il decorativo in effetti di luce non può essere inteso se non come risultato di una più ricca composizione di linee o di una più ricercata direzione della luce che illumina il soggetto del quadro, importando al conseguimento dell'effetto luminoso, prima di ogni altro riguardo, la scrupolosa esattezza nella distribuzione delle luci e delle ombre, il rispetto assoluto al principio che non havvi spiraglio entro il quale possa farsi strada il più sottile raggio senza che questo vi si infiltri e propaghi, che non vi è raggio luminoso che non degradi d’intensità allontanandosi dalla sua sorgente, o comunque giunga all'occhio percorrendo una via più lunga, con una ragione fissa, che se per le esigenze dell’arte non occorre sia precisata aritmeticamente o geometricamente , tuttavia deve presentarsi nel dipinto colla stessa apparenza di norma inflessibile.

*

*  *

L'effetto d'insieme delle luci di una scena ne costituisce la luminosità, e l'imitazione proporzionale di tutti questi rapporti di luci, eseguita dal pittore, dovrebbe dare per risultato una luminosità al dipinto proporzionale a quella delia scena imitata dal vero. Ma questo effetto non si vede spesso nelle pitture, neanche nelle meglio condotte, giacché, per quanto si è detto, le sostanze coloranti se non ostaco-