Pagina:I principii scientifici del divisionismo.pdf/160

146 gli elementi tecnici della pittura

qualunque colore faranno più separazione l’uno dall'altro se saranno più vari, cioè che un colore oscuro non deve terminare in altro oscuro ma molto vario, cioè bianco: e ancora:« La cosa bianca si dimostra più bianca che sarà in campo più oscuro ».

Il Lomazzo non ebbe cognizione sicura del trattato di Leonardo che tuttavia corse manoscritto fra gli artisti se non colla facilità portata dalla stampa, abbastanza però da non potersi dire sconosciuto avanti la prima pubblicazione fattane dal Dufresne nel 1651, poiché nella Teorica della Pittura del lucchese Antonio Franchi, l'autore dice di aver letto il Trattato del Vinci « da un manoscritto, uscito dalle mani del gentile Guido Reni dopo la sua morte » e tutto il volume primo del Trattato del Lomazzo non apparisce infatti che una parafrasi delle massime dell’Alberti, ma sommerse nel diluvio metafisico, astrologico e storico del cieco scrittore, il quale tuttavia, nel campo dell'ottica, riflette esattamente le nozioni e le idee generali del tempo. Né si deve ritenere che le idee del Lomazzo non portassero il loro effetto e non avessero accoglienza, che il suo trattato della pittura, uscito nel 1585, era già esaurito all'epoca del Domenichino, segno non trascurabile della considerazione nella quale fu tenuto.

Così il Lomazzo verrà dicendo dei colori « che due sono estremi, e come padri di tutti gli altri e cinque mezzani ». Gli estremi sono il nero ed il bianco ed i cinque mezzani sono il pallido, il rosso, il purpureo, il giallo ed il verde. Quanto all'origine e generazione dei colori, la frigidità è la madre della bianchezza ed a produrla vi concorre la moltitudine del lume. Il calore è padre del nero, e nasce dalla poca quantità del lume e dalla molta caldezza. Il rosso si fa dalla mescolanza del bianco e del nero. Il violaceo ovver pallido fassi di molto bianco e di poco rosso.