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144 gli elementi tecnici della pittura


È troppo noto doversi a Snell, Descartes, Newton ed altri molti scienziati del diciassettesimo secolo la base scientifica dello studio della luce e dei colori che, con Helmholtz Bruke e Rood, quasi a noi coetanei, stese le sue diramazioni al campo della pittura, e da ciò l' inutilità di dover dimostrare che né Leon Battista Alberti, né Leonardo, né il Lomazzo, né Raffaello Mengs, indubbiamente i maggiori teorici dell’arte che già fu, nulla insegnarono in proposito; né possono dare appiglio di supposta cognizione di decomposizione della luce e di complementari e contrasti gli accenni ad opposizione di bianco e nero, di colori caldi e freddi, distacchi o risalti di rosso e verde, di giallo e violetto, che a sbalzi s'incontrano negli antichi autori, i quali non potevano naturalmente spiegare e ricavare deduzioni da ciò che non era ancora noto, a meno che non si voglia dire col Venturi che se gli antichi pittori usarono dei contrasti, essi non lo potevano fare con maggiore fondamento di quello col quale le donne di gusto li intuiscono quando si tratti di far risaltare le guarnizioni dei loro vestiti1.

Leon Battista Alberti nei suoi tre libri della Pittura, fra gli scrittori di pittura precedenti Leonardo il solo che dimostri un fondamento scientifico, dà per dimostrato che il lume sia bianco e debbasi rappresentare per (mezzo del bianco siccome l'ombra per mezzo del nero; gli altri colori non essendo da stimarsi che per la materia, con i quali si aggiungono le alterazioni dei lumi e delle ombre, onde tutta l’attività dell'artista deve concentrarsi nel bilanciamento del bianco e del nero.

La base scientifica dell’Alberti relativa alla luce ed i colori è scientifica s'intende quanto poteva esserlo per le

  1. G. Venturi, op. cit., pag. 113.