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sguardo retrospettivo sulla teorica e la tecnica 141

l'aperto con scene di luoghi chiusi, rilevandosi come le intonazioni complessive non diano nessun’idea del distacco immenso che separa l’ambiente chiuso dall’aperto, ed effettivamente la distinzione che possiamo fare di luogo circoscritto da pareti da quello senza confini dell'aria libera non si faccia strada in noi che per gli oggetti differenti riprodotti in quei dipinti, essendo naturale che dai verdi e dagli azzurri, dalle nubi, dagli alberi, dai fiumi e dai prati o dalle montagne, non abbiano da derivare idee analoghe a quelle che ci producono mobili ed architetture, ma, conseguentemente, neanche sensazioni di verità oggettiva, perché mancando il contrasto proporzionale tra la luce dell’aperto e l'oscurità del chiuso la sensazione luce non può ragionevolmente essere provocata.

Nei dipinti ad olio, sempre degli stessi autori e pure di scene all'aperto, se la causalità li pone a contatto con scene d'interno dipinte a tempera da qualche quattrocentista, si osserverà sempre che l’opera dei luministi, che a tale categoria indubbiamente appartengono, il Caravaggio, il Tintoretto ed i Caracci, quanto il Guercino ed il Ribera con una lunga schiera d'imitatori, si mostra invariabilmente nella sua intonazione complessiva, sempre più scura di quella. E non essendo il veicolo oleoso che impedisca al pittore di scegliere i colori più chiari della sua tavolozza, che, sebbene preparati ad olio, ne possiede tanti di chiari da disgradare la tempera ed il pastello, bisogna pure anche per questo convenire che tali quadri sono scuri perché tali uscivano dalla mano dell’artista anziché per un sopposto annerimento in causa del tempo, che mai avrebbe potuto operare sì da nascondere un’originaria chiarezza, quale permane nelle tempere più chiare pel solo fatto che furono condotte con colori chiari in un periodo e da artisti non preoccupati da ricerche luminose, fomentate in parte dal processo stesso