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variazioni delle luci. - riflessi ed ombre 129

intensità, ma tutt'all'opposto, prendono carattere dalla presenza di una luce vibrata, per certo tratto, contrastata da qualche oggetto, che pure ostacolando parzialmente la propagazione normale dei raggi inviati dalla sorgente luminosa, tuttavia non può fare sì che anche nell'ombra non si risenta la presenza e gli effetti che, per riflessione, vi porta il concorso degli altri oggetti prossimi o lontani illuminati.

Onde ragionevolmente osserva il Calvi1 « come Leonardo da Vinci benché col suo occhio penetrasse spessissimo nei segreti più reconditi della natura, non però dalle osservaioni dedusse il suo sistema delle ombre, ma piuttosto dal raziocinio, che, quando non ha fondamento sopra certe basi ed inconcusse non è più che un'ipotesi. Anzi Leonardo stesso mostrò nelle sue osservazioni che non era pienamente contento della presentata teoria allorché suggerì di far portare l'ombra di un dito sulla parte già dipinta in lume di quell'oggetto di cui devesi dipingere la parte in ombra, per avere un mezzo di confronto nel colorire questa seconda, affinché non riesca o troppo rosseggiante o troppo tendente al giallo. E contraddisse poi la stessa teoria coll'osservazione che fece delle ombre rosseggianti nei corpi verdi, ed altrove »2.

Se si osserva l'ombra proiettata da un corpo sporgente su di una parete giallognola, sulla quale non influisca che la luce del sole, l'ombra si isola in una macchia più oscura, ‘circondata completamente dal giallo luminoso del muro,

  1. G. Calvi, Della norma che per dipingere le ombre, deve dedursi dalle osservazioni fisiche, ecc. Milano, 1842, pag. 10.
  2. Conviene però notare come Leonardo promettesse un'opera sulle mistioni dei colori, opera che avrebbe certamente dissipati molti dubbi sull'argomento, che non è svolto a sufficienza dalla natura frammentaria del trattato, evidentemente incompleta nella parte che riguarda la luce ed i colori.


G. Previati, Gli elementi tecnici della pittura. Vol. II 9