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variazioni delle luci. - riflessi ed ombre 123


Ciò vale quanto dire che quando la sorgente luminosa ha un'estensione troppo grande per poter essere considerata come un punto, non si fa che suddividerne la superficie totale in tante parti piccolissime, che si possono riguardare come tanti punti luminosi funzionanti a sé e, secondo questi, costruire le ombre rispettive colla solita norma delle tangenti ai punti estremi del corpo ostacolante la luce e sino al piano od i diversi piani che ricevono l’ombra portata. Si ottiene in tal modo oltre l'ombra propriamente detta anche la penombra, compagna pressoché inevitabile di tutti gli effetti d'ombra e particolarmente di quelli prodotti dal sole, questo non essendo un solo punto luminoso, ma una superficie circolare che pure nella sua apparente piccolezza, dovuta alla lontananza, ha un'estensione sufficiente perché i raggi partiti dalle estremità dei diametri possano penetrare entro l'ombra e determinarvi la penombra.

Ma se le complicazioni delle ombre sia nelle loro linee di contorno, per quanti casi possa presentare la distribuzione degli oggetti e la direzione della luce, che nel rapporto dell'intensità del chiaroscuro, si possono dire già risolte dai varî metodi teorici e pratici conosciuti, dal lato dell’interpretazione del loro colore, il problema che ogni ombra presenta s'innalza sempre irto di termini imprecisi e foriero di una soluzione insoddisfacente.

Perché la colorazione delle ombre non è mera eliminazione d’ogni colore, ma anzi pel concorso del colore proprio della sorgente luminosa, del colore proprio del corpo che riceve l'ombra, dei riflessi atmosferici e quelli dei corpi circostanti, l'ombra è uno dei soggetti più difficili da interpretarsi dal pittore, dei meno adatti a definirsi per via di teoriche dimostrazioni, infine l'elemento d'illusione ottica dal cui equilibrio colla parte illuminata degli oggetti, nasce il rilievo e la perfezione dell'immagine pittorica.