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variazioni delle luci. - riflessi ed ombre 117

sole ombre ed i lumi, che forme angolari e recise come se i corpi non avessero superficie comprese fra le linee di contorno.

Il risalto delle curve e delle mille inflessioni prodotte alla superficie dei corpi dalle sinuosità e sporgenze che la luce: diretta non può toccare, si rivela al nostro occhio pel concorso dei riflessi luminosi che i corpi rischiarati reciprocamente si inviano, proporzionalmente alle intensità delle luci dirette da cui prendono origine; e per tale modo l'occhio nostro acquista nozioni di quelle parti che l'ombra, per sé stessa, renderebbe invisibile. Ed anzi non essendovi in natura corpi che estinguano completamente tutta la luce che può investirli, le superficie opache come le trasparenti, i corpi solidi come i liquidi e gli aeriformi rimandano per ogni direzione parte di quei raggi partecipi del loro colore, onde gli oggetti raccolti in uno stesso ambiente, influenzandosi reciprocamente perdono alcunché del loro colore assoluto e si rivestono di quella indefinita armonia che l’arte ha per suo principale oggetto.

Infatti nessuna delle più elucubrate combinazioni cromatiche così dette armoniche, nelle quali si prescrive che l’azzurro non si accompagni al violetto e il giallo sfugga questo e quell'altro verde, vale l'accozzo dei fiori e dell’erbe di un angolo di campo seminato dal vento come il rigattiere butta il suo ciarpame sul marciapiede delle fiere o lo accatasta nell'angolo della sua bottega. Ed è piuttosto l’inveterata abitudine del pittoresco di convenzione, che ci rende gradite o meno certe combinazioni di colori che si presentano in natura, dove il giuoco delle luci governa in modo costantemente armonico tutti gli effetti, non per la successione di questa o di quella tinta, ma per il mirabile vicendevole legame prodotto dai riflessi su tutte le cose avvolte in uno stesso momento luminoso.