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variazioni delle luci. - riflessi ed ombre 109

della cosa vista, viene a terminare in aria molto più sottile che non fa la sua bassezza: per questa ragione questa linea quanto più s'allontana da te di punto in punto, sempre muta in qualità di sottile in più sottile aria. Adunque tu, pittore, quando fai le montagne, fa che di colle in colle sempre l’altezze siano più chiare che le bassezze; e quanto le farai più lontane l’un dall'altra, fa le altezze più chiare, e quanto più si leverà in alto, più mostrerà la varietà della forma e colore »1.

E nel cap. LXIX l'esattezza dell’analisi evoca tutta la solenne grandiosità delle pianure soleggiate: « Perché questa aria è grossa presso la terra, e quanto più si leva, più s'assottiglia, quando il sole è per levante, riguarderai verso ponente, partecipante di mezzodì e tramontana e vedrai quell'aria grossa ricevere più lume dal sole che la sottile, perché i raggi trovano più resistenza. E se il cielo alla vista tua terminerà con la bassa pianura, quella parte ultima del cielo fia veduta per quell'aria più grossa e più bianca, la quale corromperà la verità del colore che si vedrà per suo mezzo, e parrà il cielo più bianco che sopra te, perché la linea visuale passa per meno quantità d’aria corrotta di grossi umori. E se risguarderai in verso levante, l'aria ti parrà più oscura, quanto più s'abbassa, perché in dett'aria bassa i raggi luminosi meno passano. »

Per le stesse ragioni senza dubbio si vede un effetto opposto se qualche fumo o vapore acqueo viene ad intorbidire l’aria di un luogo chiuso, che allora la sospensione nell’aria ambiente di tante particole è minore in basso e quivi si distinguono meglio gli oggetti, mentre che in alto le riflessioni di luce d'ogni particola stessa vengono a

  1. Leonarpo da vinci, Tratfato della Pittura. Milano, 1804, capitolo LXVIII.