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108 gli elementi tecnici della pittura

uno splendore ci sembrerà vicino se annesso ad alcun oggetto che per altri indizii ci pare vicino, o ci sembrerà lontanissimo se attorno ad esso manca un'indicazione per assegnargli un punto preciso di distanza. La ragione fisiologica dell'effetto sta nel fatto che se anche l'estensione occupata nella retina dell'immagine splendente è piccolissima, però sulla unità di superficie toccata, la quantità di luce è sempre in eccesso. Sperimentalmente chi ha viaggiato di notte a piedi sa degli inganni di certi lumi che fanno sperare di un prossimo ricovero e non si raggiungono mai, tanta è la distanza reale a cui sono posti.

Così la fiamma di un lume, oppure un riflesso metallico, che figurassero su di un dipinto in maniera abbastanza viva da condurre a sensazione di splendore, non sarebbero elementi di aiuto al rilievo.

Ma un aiuto singolare per risolvere i rapporti di intensità luminose che nel dipinto sono base dell’effetto di rilievo è offerto dall’aria, la quale attenuando, per la sua intromissione fra tutti gli oggetti, l'eccitazione retinica, il campo delle percezioni differenziali si estende, compensandosi così per l'artista gli ostacoli gravi che porta all’imitazione del vero l'intensità specifica delle luci naturali.

Leonardo da Vinci estimatore del rilievo nella pittura più che delle grazie del colore, tratteggia nella maniera più vivida i salienti effetti della interposizione atmosferica: « Chiaro si vede essere un’aria grossa più che l’altra, la quale confina con la terra piana, e quanto più si leva in alto, più è sottile e trasparente. Le cose elevate e grandi, che fiano da te lontane, la lor bassezza poco fia veduta, perché la vedi per una linea che passa fra l’aria più grossa continuata. La sommità di detta altezza si prova essere veduta per una linea, la quale, benchè dal canto dell'occhio tuo si causi nell'aria grossa, nondimeno terminando nella somma altezza