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i fisionomisti nel seicento | 93 |
una personale curiosità di sapere e quasi ad una bizzarria), negli autori del sec. XVII invece vi è spiccata l’influenza reciproca, e si sente che esiste una Scuola, un indirizzo generale in relazione al rivolgimento fondamentale nell’indirizzo del pensiero per lo sviluppo rapido e rigoglioso di tutte le scienze naturali nel seicento.
È più spiccata la coscienza che la natura sia retta dalle leggi, e che l’uomo, in quanto è essere organico, è soggetto alle leggi fisiche.
Però anche in questo rinascimento scientifico rimane il concetto dualistico e i due elementi, spirito e corpo, se influenzabili a vicenda, rimangono pur tuttavia ben separati.
Senza prenderle in particolare esame citerò le opere dell’Ingegneri, del Finella, del Piccioli, del Pellegrino, del Gherardelli, del Claramonte, dello Spontoni, e fra gli stranieri del De la Chambre e del De la Bellière, dello Strygk, del Goelenio, dell’Elvezio, limitandomi all’esame di quelle del Fuchsius e del Niquetius, che rappresentano sufficientemente lo stato delle cognizioni del tempo sull’argomento.
Dell’Ingegneri, vescovo di Capo d’Istria, fu pubblicato dopo la sua morte un trattato sulla “Fisionomia naturale, nella quale con ragioni tolte dalla Filosofia, dalla Medicina e dalla Anatomia si dimostra come dalle parti del corpo umano, per la sua naturale complessione, si possa agevolmente congetturare quali sieno le inclinazioni e gli effetti dell’animo altrui„. È edita in Roma, 1° marzo MDCVI. Una ristampa venne