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g. b. della porta e g. grataroli | 91 |
Tratta pure dell’andatura e dell’influenza del clima sulla qualità dell’animo, e dei temperamenti.
Insomma vi è trattata parcamente e senza il lusso delle citazioni degli autori e delle esemplificazioni tratte dalla storia e dalla letteratura, tutta la fisiognomica del Della Porta, senza nessuna immistione di pregiudizio astrologico. Parmi per ciò che meritasse d’esser segnalato questo autore in modo particolare fra quelli che precedettero il Della Porta. A questi resta sempre il merito di aver dato uno sviluppo maggiore alla osservazione personale, e di aver corredato di disegni sul vero le sue pagine. Può darsi, anzi io ritengo certo, che il Della Porta non ebbe conoscenza del lavoro del Grataroli, perchè non è mai citato nella sua opera, e coll’abbondanza, anzi colla vera eccessività delle citazioni, che rendono pesante e di difficile lettura l’opera del geniale napoletano, non si può sospettare che la dimenticanza sia in lui volontaria, e che non abbia voluto ricordare un competitore a cui avrebbe dovuto certo tributar delle lodi.
Questa coincidenza però di un medico bergamasco e di un napoletano nel tentare un ringiovinimento, a pochi anni di distanza, e senza conoscenza reciproca, della Fisionomica su basi più naturali, è una prova novella che in mezzo confusione di tradizioni scolastiche e di sovrapposizioni pazzesche, nella Fisionomica si contenevano delle verità incontrastabili e i germi di una più larga ed efficace applicazione.