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g.b. della porta e g. grataroli 71

3. Tutto il libro III tratta degli occhi.

E ragionevolmente si dilunga su questo campo, poichè l’occhio ha una grandissima importanza in fisiognomica. Senza enumerare tutta la serie delle sue osservazioni sugli occhi, citerò come più interessante per l’antropologia criminale che quelli che hanno le pupille degli occhi larghe (miosi) sono di cattivi costumi, se piccole, sono maliziosi, quelli che hanno i cerchi delle pupille (midriasi) diseguali, sono pazzi (l’asimetria pupillare nella paralisi generale?) e così pure se di diverso colore. Gli strabici “coloro che hanno le pupille che insieme si muovano intorno al medesimo modo l’una e l’altra„ son uomini ingiusti. E coloro che li hanno prominenti e fuori dall’orbita, ignoranti e di duro cervello. Cita uomini nefandi che ebbero occhi così piccoli. “Cesare Borgia, Duca Valentino, aveva gli occhi cavi in dentro, ma di guardo viperino ed atroce, scintillanti fuoco, tal che gli stessi suoi amici non vi potevano fissare lo sguardo ancorché festevole. Il Tamerlano aveva occhi in dentro, ma con volto minaccevole, e fu stimato, per l’innata ed inaudita serietà, crudeltà dell’animo suo, il terrore del mondo„.

Il nistagmo, carattere degenerativo, spiccato viene descritto benissimo dal D. P. “Occhi che tremano come se volessero balzar fuori, sono cattivi„ “e gli occhi che si muovono come turbati, dinotano uomo sospettoso e senza fede„. “Ma se uno degli occhi anderà in su e l’altro in giù e saranno tremanti e comprimeranno le