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g. b. della porta e g. grataroli 69

Il D. P. esamina quella parte della mascella che è dinanzi ed equivale al mento. Picciol mento dunque è pessimo segno, e l’uomo che l’abbia lungo è in ogni modo da fuggire, perchè sarà loquace più che si convenga. Mento quadrato è d’uomo virile, e quello che l’ha diverso, è di costumi ingannevoli. Meno interessanti sono i capitoli sul collo, sull’osso della schiena, sul metafreno (sterno, arcate costali), sui lombi, sulle spalle, sul petto e sul ventre. In tutti però risulta evidente come vi sia sempre corrispondenza fra le deviazioni e le alterazioni dei caratteri somatici che originano squilibrio di funzioni, e il carattere, il temperamento, l’intelletto.



Nè tralascia di osservare la grande influenza che sull’integrità della psiche ha lo sviluppo degli organi genitali, quantunque “aveva proposto nell’animo mio di non trattare di queste cose, non potendosi far di queste parte nella onesta narrazione, alle caste, pudiche menti senza onesta profanazione d’onore; ma perchè l’ordine vero delle cose da scrivere ne forzano che non fossero manchevoli le cose passate, ci è parso cosa convenevole non lasciarle„.

Sulle braccia nota che la lunghezza eccessiva di queste “quando le braccia saranno tanto lunghe che le mani distese giungano insino alle ginocchia„, dimostrano arroganza, e sulla mano, spogliandosi completamente da ogni influenza