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i precursori nel mondo antico, ecc. 41

rono la fisionomia Aristotelica; e li troveremo ispiratori, insieme allo Stagirita, dei Fisionomisti del Cinquecento.

Non occorre citare qui i brani caratteristici delle loro opere, che avremo occasione di ritrovare riportati negli autori italiani che esamineremo.

Galeno (Frassati, op. cit.), abbracciò le idee di Aristotele.

Riconosce l’influenza dell’abuso degli alcoolici nella produzione del delitto, e dice che la società ha il diritto di punire i delinquenti, ad onta della loro origine naturale, come si uccidono gli animali velenosi, sebbene siano creati tali da natura. E precorrendo le idee della Nuova Scuola, adduce tre motivi per giustificare l’eliminazione dei malfattori dalla Società, cioè: 1° affinchè non arrechino male mentre sono in vita; 2° perchè l’esempio del loro supplizio distolga i loro simili dal delitto; 3° per la ragione stessa che è un vantaggio per essi il lasciare la vita dal momento che non possono emendarsi e non sono capaci di essere dirozzati dalle Muse.

Cicerone in De Legibus ha questo brano che ci indica come desse alla corrispondenza fra fisico e morale.

“Figuram corporis habilem et aptam ingenio humano dedit natura: nam cum coeteros animantes abjecisset ad pastum, solum hominem erexit, ad coelique quasi cognitionem domiciliique pristini conspectum excitavit. Tum speciem ita formavit oris, ut in ea penitus reconditos mores effingeret;