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cammino di un’idea nuova nella selva dei pregiudizi.

Sainte-Benve, come oggi Arturo Graf, sembrò essersi convertito alla teorica dell’alienista. L’autore delle Causeries du Lundi accettò infatti la tesi generale di Lèlut e pur facendo riserve per Pascal, accettò la pazzia di Giovanna d’Arco. Ma i filosofi, cominciando da Cousin, non vollero seguirlo su questo punto per Socrate: profetico, estatico, mistico forse, allucinato no.

Alcuni giornali del tempo, però, vedono già molto bene nella critica di questi lavori del Lélut il punto di vista generale sotto cui dovrebbe essere studiato il problema anche al giorno d’oggi.

Negli Annales médico-psychologiques del 1857 Albert Lemoine, professore di filosofia a Bordeaux (e cito questo perchè non è sospetto come medico e tanto più come alienista), si esprime press’a poco così: “Che importa alla tesi generale, quella della coesistenza della pazzia nel genio, che egli possa dimostrare completamente, sicuramente, in modo di non lasciar dubbio che Socrate sia stato o no allucinato? L’importante è che Lélut ci ha convinti che Socrate, quand’anche lo fosse stato, rimane ancora il più grande filosofo dell’umanità, e che egli ha resi capaci di ammettere la possibilità che Socrate lo sia stato e che il dubbio, confortato da una maggior documentazione, da nuovi fatti, sentiamo potrà diventare certezza„.

Un medico commenta poi questa schietta ed onesta affermazione del filosofo di Bordeaux con-