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i precursori dell'arte, ecc. 161

come nelle vie, sugli scanni del potere e come negli uffici pubblici, nei commerci e nelle scuole, come nelle aule della giustizia e sugli altari.

La seconda tesi che si proponeva il giovane autore era che anche gli uomini geniali più universalmente ammirati, corrono quel pericolo della prima tesi, che Socrate, il più venerato dei filosofi, non era che un visionario, un allucinato, un pazzo e che avrebbe bastato fare su un certo numero di uomini geniali un lavoro di ricerche storiche e d’osservazioni fisiologiche e psicologiche per trovarne un buon numero così degni della nostra ammirazione come Socrate, ma ugualmente degni del nome d’allucinati e di pazzi. E dopo dieci anni, nel 1846, Lélut, con una maggiore ampiezza di documentazioni, non curandosi delle critiche che i suoi scritti avevano occasionato, si ripresenta con un nuovo esempio L’Amulette de Pascal, a costruire la serie dei geni degenerati. Nel 1856, in una nuova edizione, rinforza le proprie idee intorno a questa questione e si dichiara più che mai convinto della verità del suo asserto.

Socrate e Pascal allucinati, pazzi? Gridarono i filosofi e i letterati d’allora. Siete voi Lélut pazzo ed insensato, voi che toccate i nostri idoli venerati da secoli, voi che distruggete il sacro patrimonio dell’intelligenza e delle gloriose tradizioni!

E si svolsero allora press’a poco le lotte a cui noi assistiamo oggi giorno; tanto può lo spirito conservatore nell’uomo, e tanto è difficile il