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120 | i precursori di c. lombroso |
doveva splendidamente dimostrare, è nel capitolo sedicesimo, dove accenna alla identità fra la epilessia e la delinquenza:
“Gli occhi che guardano in alto spesso palesano ubbriachezza e il morbo sacro (epilessia). Quelli che tremuli si volgono in alto con maggior certezza predicono il morbo sacro e sembrano propri dell’uomo inumano, d’ingegno invidioso e dell’omicida.
Sursum vergentes et tremuli certius sacrum morbum praedicunt, visi sunt inhumani, invidentis ingeni et homicidae„.
Dopo aver discorso degli occhi fermi che “manifestano l’avaro e chi è intento a qualsiasi lucro„, si finisce con una enumerazione che è una vera pittura delle modificazioni che negli stati affettivi e passionali può assumere l’espressione degli occhi:
“Siccome nel gaudio la fronte si estende, gli occhi risplendono di serenità, od anche in una improvvisa e irrequieta passione assiderati versano lagrime, così nella tristezza la fronte rugosa, increspata ed oscura, contrae le sopracciglia, offusca lo splendore degli occhi:
I segni dell’amore sono gli occhi languidi, anche torti, socchiusi e che placidamente contemplano. Che se la fiamma amorosa sempre più divampa, e prende forze maggiori, le lagrime spesso cadono involontariamente, mentre si teme che l’amore nascosto sia scoperto dai riguardanti.
Nell’odio gli occhi e tutto quanto il volto spirano crudeltà; gli occhi torvi, spinti in fuori