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i fisionomisti nel seicento | 101 |
considerando la regola che abbiamo da principio proposta, come i spessi capegli sopra il capo dell’uomo lo indicano simile alle fiere selvaggie. Adunque saranno quelli di rari capegli mansueti e timorosi, e quelli di mezzana capigliatura verranno giudicati di costumi lodevoli, et honorati. “Optimum ergo signum, medium horum existit„, dice Polemone. E Plinio nel 6° lib., cap. 13, dice che appresso gl’Hiperborei: “Tam viris quam feminis capillus probro est„, e nel vecchio: “calvitium non est vitium, sed probitatis indicium„, e tanto più quanto che il calvitio è solo proprio dell’homo, e non dei bruti, onde nel vecchio è segno d’animo retto e buono, e però degno d’honore e viceversa. E qui sta il fine di questo discorso„.
Pareri d’alcuni altri scrittori.
“Capilli tenues et rari, frigidum ac sine viribus hominem ostendunt. Ex Alberto Magno de Animalibus: De paupertate sanguinis argunt; similiter hebetem, et pigrum; Et quando fuerint rariones, magis, subdolum, et asperum, ac lucri cupidum innuunt.
Refer timidati Barbarorum, ed Assyriorum avaritiae. Assyrii enim extra mensuram avari (Grattarola).
Capegli rari dimostrano huomo maligno, et ingannevole, come scrivono Polemone et Adamantio (Porta, pag. 161, fas. 2).
Non molto pelo e sottili, dimostrano temperata calidità, congiunta con soverchia siccità,