Nel vostro Parco, o Animali ingrati, De’ Greci sol vi germina la fede; E fraudi, sono i fior de’ verdi prati.450 Nello Palmira, e Alicarnasso diede A’ boschi sui virgulto di Criterio, Che di vero saper fa l’uomo erede.453 Ma questo appunto aborri; e a gran misterio: Che la nasuta Critica ti duole, Vedendoti d’errori un cimiterio.456 E questa tutti ora gli espone al Sole, E fa che al Calabron messo in berlina, Bava di stizza, e pianto d’ira, cole.459 Ammiro dunque la bontà divina, E l’occhio dell’Eterna Provvidenza, Che a por riparo alla fatal rovina462 Del saper nella grande alma Fiorenza: (Che affatto perirà, se d’orecchiuti Rei Calabron vi resta la Semenza.)465 All’Arno trae dalla Mosella acuti Spirti, e trapianta peregrini ingegni, Che frangan di costor gl’inganni astuti:468 E avanzino gli studi egregj e degni, Facendo lampeggiar le arti divine, Che già dava Toscana agli altri Regni.471 Dirlo non temerò; se così in fine Lasciano calpestar lor laude e pregio, Fiorentini non son, ma Fiorentine;474 E se di vendicar l’alto dispregio Della virtù non cale, e che altro resta, Se non attendere un più turpe sfregio?477 Ah! date un maglio a' Briscialdoni in testa, E sradicate pur l’empia Genía, Nimica di Virtù; che sola è questa480 Di Gloria e di Valor vero la via.