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xiv

E voglion solamente; che uom non scarti
  I lor metodi stolti, e dogmi indegni,
  E fan contro Norisco ingiuste parti.405
Perch’ei sveglionne i Fiorentini ingegni,
  E conculcar gli feo questi birboni,
  D’orgoglio, d’odio, e d’ignoranza pregni.408
E gli stradò per sentier retti e buoni;
  Insegnò giuste leggi, la morale,
  Che chiama in sen del Ciel prodigo i doni.411
Non quella ch’apre la via larga al male.
  E col Probabibilismo degli sciocchi,
  La sacra disciplina impugna e assale.414
E contro a questo baldanzoso scocchi,
  Satirico, i tuoi strali? e lo minacci?
  Per Dio, ti giuro, e possa io perder gli occhi,417
In suo aiuto faronne, e fia che schiacci
  La tua superbia, e trionfante un giorno
  Ti condurrò mio prigionier tra’ lacci.420
E di cartello saprò farti adorno,
  In cui si legga: Ecco il Probabilista,
  La cui Teologia non vale un corno.423
Allora il Magherin porratti in lista
  Di quei da celebrar sul Colascione,
  Di Rollo, e d’Ursio, all’odiosa vista.426
E tardi imparerai, che le Persone
  Dotte sono venerande, e gli almi studi
  Solo può dispregiar qualche Coglione.429
Che se tu stimi esser di forza ignudi
  Gl’Itali Iambi, e vuoi che Vate Ausonio
  Flagelli te co’ tuoi miseri drudi:432
Sappi, che ve n’è alcun, vero dimonio,
  Che farà i versi giusti, e saggi, e forti:
  Non come i tuoi, che son gran testimonio435
Dell’alta Asinità, e che nel sen porti.
  O se quel Greco, che tu sfati tanto,
  T’avesse addirizzati i versi storti!438
La sferza mia non ti trarrebbe il pianto,
  E le sillabe armoniche, e la giusta
  Legge di scriver, ti darebbee vanto.441
Ma tu lo bevi solo: e poi la frusta
  Di meritar ti ridi. Io vorrei quivi,
  Che approvator citassi, e la tua angusta444
Fonte comuni avesse anco altri rivi:
  Quei tuoi Rapini, e que’ tuoi Candidati,
  E gli altri, come te, d’Ellade schivi.447